martedì 30 ottobre 2007

O G M - suoni / parole / concetti

Organismi Geneticamente Musicali
Rassegna di suoni, parole e concetti by Rigatier & cOmper


C’è un ritmo nel mondo naturale. La vibrazione e la ripetizione di schemi regolari sono le basi di materia ed energia.

A un livello più accessibile agli umani, la ripetizione ritmica, l’oscillazione e la pulsazione sono aspetti dominanti della natura che tutti conosciamo: onde su una spiaggia, fasi lunari, giorno e notte, stagioni. Il nostro corpo e segnato da ritmi e pulsazioni. Il battito del cuore, il respiro, il ritmo regolare del camminare impresso nella memoria genetica nel corso della nostra vita da nomadi.

Queste esperienze primordiali di vita hanno originato molto tempo fa il nostro amore per il ritmo. Sviluppando il senso del ritmo, i nostri antenati scoprirono che era divertente cantare seguendo il ritmo. Le prime melodie le imparano dagli uccelli e da altri animali, i quali si servono tutti indistintamente di ripetizioni nelle loro canzoni.

Tutto ciò ci fa pensare come il primo segno di esistenza sia stato il rumore, a come il rumore si venuto prima di ogni altra cosa, prima della coscienza; ci fa pensare a come il nostro eterno e inesauribile fascino per la musica sia in parte conseguenza di qualche irreversibile memoria genetica che abbiamo e ci ricorda che prima di noi c’era il rumore e che su questo rumore si basa tutta la musica. Ogni genere di musica e un’eco dell’inizio dei tempi. Alcuni di questi echi sono più profondi e magari più precisi di altri.

Tuttavia, mettete insieme Eno e Duchamp e la loro influenza congiunta tocca tutto ciò che di artistico potete vedere e sentire oggi. Attraversando una storia fatta di momenti musicali, progressi umani, cambiamenti nell’arte, creazioni casuali, avvenimenti generali e invenzioni capitali, vi accorgerete che non appena l’elettronica entra a far parte della della realizzazione vera e propria dlla musica, è il suono, più della struttura compositiva, a diventare la cosa più importante.

E osservate come arte e intrattenimento siano sempre più vicine tra loro, attratte l’una dall’altra dall’inarrestabile ascesa della tecnologia, della comunicazione elettronica, dell’ossessione dell’immagine e dell’umorismo necessario per far fronte al collasso dei sistemi e della crescente stravaganza della frammentazione. Anonimi predoni del xx secolo, o “bastardi”, armati di un buon masterizzatore, di voglia di godersi la vita, di amore per la musica che sconfina quasi nella malattia, oltre che di un distorto senso dell’umorismo, mesolano tracce scaricate da internet, stravolgono i generi e riscrivono la storia della musica in un modo che ai musicisti non verrebbe mai in mente.

“Potete costruire un muro per fermare la gente ma, alla fine, la musica lo scavalcherà: E questo è il bello della musica, che non c’è difesa che tenga. Voglio dire, pensate a Giosuè e al cazzo di Gerico: hanno fatto a pezzi quel muro. E gli sono bastate due trombe.” (Keith Richards)